Da convento/ospizio ad Azienda Pubblica di Servizi alla Persona
L'azienda pubblica di servizi alla persona (A.P.S.P.) Padre Odone Nicolini ha origine in Pieve di Bono nel lontano 1841 grazie ad una donazione del signor Giacomo Fortunato Taffelli per "l'ospitale che si pensa di aprire nell'ex convento dei Carmelitani di Strada". Molto prima, già nel 1475 esisteva a Strada un Ospizio dei Battuti, "Fradaia dei Battuy", gestito dalla confraternita dei "Disciplinati", una delle congregazioni che allora fiorivano specialmente nelle Giudicarie. L'Ospizio, oltre che luogo di raduno per i congregati, serviva per accogliervi i pellegrini e per ricoverarvi ammalati e vecchi impotenti. In adiacenza all'ospizio fu costruita la chiesetta che nel 1502 fu consacrata, abilitata allo svolgimento di funzioni sacre e dedicata a S. Maria delle Grazie.
Dopo oltre un secolo di vita la congregazione dei Disciplinati, perduto il primitivo fervore, venne sempre più decadendo, fino a scomparire.
Il giorno 11 marzo 1602, per interposizione del conte Luigi Lodron, chiesa e ospizio furono ceduti dal Principe Vescovo di Trento, Carlo Gaudenzio Madruzzo, all'ordine dei Carmelitani Scalzi e per quasi due secoli i Padri Carmelitani officiarono nella chiesa e tennero il convento. Fino all'aprile 1785, quando l'imperatore Giuseppe II° d'Austria, assieme alla maggior parte dei conventi, soppresse anche quello di Strada, la cui proprietà, spoglia di argenteria, arredi sacri e suppellettili, passò al Comune di Strada.
Nel 1843 Il Comune di Strada fece proposta ai Comuni della Parrocchia di Bono di accettare la comproprietà dell'ex convento dei Carmelitani, al patto di concorrere alla spesa di adattamento dell'immobile a Ricovero e rispettiva manutenzione.
Il 14.06.1845 fu redatto il documento ufficiale di cessione gratuita da parte del Comune di Strada agli allora 11 comuni della Pieve di Bono: Agrone, Cologna Creto Por e Strada stessa (oggi Comune di Pieve di Bono) oltre a Bersone, Daone, Lardaro Praso, Prezzo e Roncone del su citato convento, per la sua destinazione ad "ospedale". I predetti 11 Comuni si accollarono pro-rata le spese di ristrutturazione e riadattamento dell'immobile e si impegnarono anche alla sua manutenzione. I lavori di ampliamento e riadattamento del convento iniziarono ancora durante l'anno 1845 e finalmente l'ospedale-ricovero iniziò la sua attività il 22 agosto 1852 ed alla sua conduzione fu incaricata la Congregazione delle Suore di Carità delle Sante B. Capitanio e V. Gerosa, dette "Suore di Maria Bambina", che prestarono la loro opera ininterrottamente per oltre 150 anni.
Le vicende dell'ultimo scorcio dell'800 seguirono passo passo quelle delle popolazioni della Conca pievana: ricorrenti epidemie di colera lasciavano dolorosi vuoti fra i ricoverati dell'ospedale di Strada. Nel 1866 sicuramente vi alloggiarono reparti di garibaldini anche se le notizie al riguardo appaiono frammentarie. In quel periodo l'ospedale ospitava circa quaranta persone.
All'inizio del conflitto mondiale 1915 - 1918 gli anziani e gli ammalati dell'ospedale di Strada furono trasferiti a Spiazzo Rendena e, durante la guerra, Il «pubblico Ospitale della Pieve di Bono» subì danneggiamenti e furti d'ogni genere.
Degli anni del fascismo rimane un episodio che ebbe connotazioni patetiche e drammatiche, complici la confusione ingenerata dalla nuova burocrazia e la grave situazione economica degli anni '30, che investì anche le povere finanze dell'ospedale di Strada. L'amministrazione dell'istituto di assistenza, nel periodo che precedette e seguì la prima guerra mondiale, aveva tenuto i propri depositi in denaro presso la Banca del Trentino-A.A. l'Unione Bancaria Nazionale di Brescia e la Banca Industriale di Trento, disattendendo così le disposizioni dell'art. 28 della legge IPAB del 17.7.1890 n. 6972, che prescriveva l'impiego delle somme eccedenti il fabbisogno in «titoli del debito pubblico». A giustificazione degli amministratori di allora si deve precisare che sino al 1934, quando fu rilevata l'inadempienza, nessun ente di controllo, delegati dei comuni, consiglio maggiore, commissari di nomina prefettizia ecc., aveva mai sollevato obiezioni in relazione alle risultanze dei conti di gestione dell'ospedale e alle scelte di natura finanziaria. Nella «bufera» economica di quel periodo, le banche citate fallirono ed avendo l'ospedale subito una perdita complessiva di Lire 34.177,50, gli amministratori del tempo finirono in Tribunale su citazione del Prefetto, con una richiesta di risarcimento danni.
Il buon senso e soprattutto la consapevolezza del marasma legislativo e burocratico in cui si dibattevano gli enti pubblici, prevalse nel Reale Tribunale Civile e Penale di Trento il quale con sentenza del 20 marzo 1936 assolse con formula piena gli inquisiti con l'ordine di cancellazione delle ipoteche iscritte sui beni relativi.
Con decreto del 3 marzo 1939 l'allora Prefetto della Provincia di Trento riclassificò l'ospedale-ricovero in Infermeria mista. Tale denominazione dell'Ente permase fino al 24 settembre 1980, data in cui fu variata la denominazione in Casa di Riposo Padre Odone Nicolini di Pieve di Bono, in seguito al lascito a favore dell'ente stesso effettuato dal defunto Padre Odone Nicolini di Pieve di Bono.
Lo stabile originario dell'Ente ha subito nel corso del tempo varie ristrutturazioni ed ampliamenti. Nell'anno 1972 venne realizzato il nuovo corpo in ampliamento verso l'abitato di Creto. Alla fine degli anni '80 tutta la struttura venne rivisitata rendendola più accogliente e moderna. Infine nell'anno 2005 è iniziata una importante opera di ulteriore ampliamento e ristrutturazione per garantire il confort assistenziale ed alberghiero degli ospiti in gran parte in stato di non autosufficienza.
A seguito dell'entrata in vigore della legge regionale 21 settembre 2005 n. 7 "Nuovo ordinamento delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza – aziende pubbliche di servizi alla persona", essendo l'ente in possesso dei requisiti richiesti dalla nuova legge regionale, il Consiglio di Amministrazione ha provveduto alla trasformazione dell'IPAB in A.P.S.P.